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Comunicati stampa

Question Time del Ministro Lollobrigida alla Camera dei Deputati

(09.04.2025)

Il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, è intervenuto oggi al Question Time alla Camera dei Deputati, rispondendo a quesiti sulle misure di sostegno economico a favore del comparto agroalimentare in relazione alla crisi dei dazi e sulle iniziative, anche nell'ambito Ue, per compensare l'impatto negativo dei dazi sulla filiera agroalimentare.

Interrogazione sulle misure di sostegno economico a favore del comparto agroalimentare in relazione alla crisi dei dazi.
Grazie signor Presidente, grazie Onorevoli colleghi, perché posso rispondere che il Governo non è affatto rimasto a guardare in questi mesi e lo dimostrerò. Ma anche prima di arrivare a quanto di mia competenza sulla vicenda dei dazi, ci tengo ad informare che l'Italia ha toccato il record di 70 miliardi di export nel settore agroalimentare (con aumento del 7,5 % sul 2023); è il primo produttore di vino al mondo e il primo esportatore in quantità, anche qui record 2024 toccato per export di vino; è il primo produttore di pasta di semola, con vendite all'estero che hanno raggiunto i 3 miliardi di euro (con un incremento del 3,8%); è il terzo esportatore mondiale di formaggi e latticini; le vendite all'estero di questi prodotti hanno realizzato un valore record di oltre 5,4 miliardi di euro, con una variazione del 9,3% rispetto al 2023. Nel 2024 l'export di olio di oliva, che lei ha citato, ha evidenziato un valore delle esportazioni per oltre 3 miliardi, in crescita del 43% rispetto all'anno precedente: l'Italia è il secondo produttore ed esportatore del mondo per quantità e come dichiarato dal Commissario Hansen l'unica nazione europea che non ha avuto un decremento della produzione e del valore. L'Italia è leader nel settore ortofrutticolo: nel 2024 si è registrato il record di esportazioni con 12 miliardi di euro, di cui 6 miliardi con la frutta fresca; primo produttore europeo di mele, uva, kiwi e nocciole, in questo caso siamo il secondo produttore mondiale. L'Italia ha raggiunto nel 2024 il primo posto in Europa per valore aggiunto del settore primario, superando Francia e Germania. Il valore aggiunto del settore ha toccato quota 42,4 miliardi rispetto ai 38,9 dell'anno precedente. Il valore complessivo della produzione agricola è aumentato del 2,2%. Posso affermare sulla base di questi dati che l'Italia si conferma una superpotenza nel settore dell'agroalimentare. Questi risultati sono il frutto della capacità dei nostri imprenditori, ai quali il Governo Meloni in questi anni ha dato il massimo supporto. E voglio ricordare alcuni interventi assunti perché possano dar evidenza a quanto sto affermando. Abbiamo investito risorse senza precedenti, per oltre 11 miliardi di euro in 2 anni, integralmente a sostegno del comparto; abbiamo ottenuto la revisione del PNRR, per il quale precedentemente l'agricoltura era considerato un asset marginale, raddoppiando le risorse a disposizione degli agricoltori e favorendo la produzione energetica da fonti rinnovabili; abbiamo abbreviato i tempi di pagamento dei contributi agli agricoltori da parte di AGEA; abbiamo lavorato con l'ICE nella promozione delle nostre imprese all'estero, aprendo nuovi mercati e consolidando i mercati già esistenti; abbiamo garantito la tutela normativa delle DOP e delle Indicazioni Geografiche - questo in modo trasversale e ringrazio tutti i colleghi di tutte le forze politiche in Europa che hanno lavorato a questo.  Siamo intervenuti con circa 700 milioni che svilupperanno un investimento di almeno il doppio a supporto della produzione di macchine agricole utili a migliorare la produzione con minore impatto ambientale abbassando i costi per i nostri imprenditori. Solo quest'anno 120 milioni investiti per alleviare gli effetti drammatici della siccità, centinaia di milioni investiti per sostenere i settori in crisi e molto altro che per ragioni di tempo non elencherò. Abbiamo sempre dichiarato il nostro disaccordo rispetto alla scelta dell'amministrazione americana di imporre nuovi dazi ai prodotti provenienti dall'Unione europea; a questa scelta risponderemo in ambito europeo con approccio determinato e che però considera la guerra commerciale l'ultima delle possibilità. Manterremo sempre aperto il dialogo con gli Stati Uniti a difesa dei valori comuni, oltre che degli interessi commerciali, a prescindere da chi viene eletto Presidente dal popolo americano. Il Governo ha presentato un articolato Piano d'azione per rafforzare le esportazioni, focalizzato sui mercati emergenti, ovviamente senza rinunciare al mercato statunitense. Ed il miglior modo per affrontare, e chiudo, la situazione contingente è quello di difendere ed evidenziare l'eccellenza dei nostri prodotti e del modello italiano di produzione. In questo senso, siamo convinti che il mercato statunitense non rinuncerà ad un bene prezioso e unico rappresentato dal nostro agroalimentare per gran parte inimitabile e non delocalizzabile. Chiudo con un'ultima considerazione: anche nel 2019 furono imposti dazi simili alle merci italiane dallo stesso Presidente Trump, per gli analisti sarebbe utile verificare quali furono le iniziative del Governo di cui voi facevate parte e si noterà la differenza. Ma vi assicuro che le associazioni agricole, come loro stesse ieri hanno sottolineato, l'hanno già notata.

Interrogazione sulle iniziative, anche nell'ambito Ue, per compensare l'impatto negativo dei dazi sulla filiera agroalimentare.
Grazie Presidente, grazie On. Gadda, conosco la sua sensibilità e so che lei in questi giorni ha incontrato molte aziende per conoscere anche i dati positivi di cui gode il settore del vino italiano, in particolare in queste ore con Vinitaly ma nel complesso il nostro export che quest'anno ha raggiunto i 70 miliardi di euro, record assoluto. Il settore del vino ha registrato un incremento dell'export giungendo a quota, per la prima volta, di 8 miliardi e 100 milioni, con un incremento del 5,5%. Per l'ISTAT l'indicatore di reddito agricolo, la cosa più importante, ha registrato un notevole incremento pari a 12,5%. L'Italia è lo Stato europeo ove il reddito degli agricoltori cresce maggiormente in termini assoluti. Negli ultimi anni il numero delle imprese agricole giovanili è cresciuto del 3,2% mentre le imprenditrici agricole sono oggi 366 mila, pari al 31,5% del totale, a fronte della media europea del 29%. I record raggiunti sono frutto del grande lavoro dei nostri imprenditori agricoli e dell'impegno del Governo nel sostenerli. Voglio ricordare, a questo proposito, la decisione del Governo di stabilizzare per due anni l'esenzione a fini IRPEF garantendola al 90% degli agricoltori che ne avevano effettivamente bisogno ed escludendo dalla misura quei pochi agricoltori milionari che in precedenza erano posti sullo stesso piano dei primi. Aggiungo, poi, che in questi 28 mesi ci siamo sempre confrontati a testa alta con i partner europei e con la Commissione europea, divenendo, in poco tempo - non sono parole nostre - il Governo più influente sulle scelte del settore agroalimentare a livello europeo. Solo nell'ultimo mese abbiamo portato due volte in Italia il Commissario all'agricoltura Hansen e il Commissario alla pesca Kadis; quest'ultimo reduce dalla trattativa con noi conclusasi con l'azzeramento della proposta di taglio del 38% dello sforzo di pesca per le imprese italiane, che avrebbe messo in ginocchio l'intero settore. Il commissario Varhelyi con la sua presenza al Vinitaly, oltre che con le sue esplicite dichiarazioni, ha garantito pieno supporto al vino italiano nei confronti delle proposte di etichette allarmistiche per la salute che alcuni vorrebbero imporre sul vino con danni ben più pesanti dei dazi. Sui tavoli di Bruxelles, siamo tornati nuovamente a sollevare una questione per noi prioritaria, vale a dire la necessità di rivedere alcune scelte politiche del recente passato, che a partire da alcune azioni previste nel Green Deal, pesano sulle nostre imprese come macigni, anche questo certamente più dei dazi. Pensiamo al regolamento sulla deforestazione, agli eccessi burocratici, alle regole sulla PAC, alla direttiva sulle emissioni industriali che incidono pesantemente sui costi produttivi delle imprese italiane ed europee, a scapito della competitività. Non è in alcun modo dal nostro Governo condivisa la scelta del Governo americano di imporre dazi, ma come chiedono tutte le associazioni italiane la guerra commerciale è l'ultima delle istanze possibili e dannosa per tutti. E la guerra si fa in due, se pure gli Stati Uniti ce l'avessero dichiarata noi dovremmo provare a trovare la pace prima di ogni altra strada. Ovviamente avremo modo di registrare gli effetti dei dazi sui nostri prodotti insieme a tutte le associazioni del settore, che abbiamo avuto modo di incontrare anche ieri. Ragioneremo sulle misure a carattere compensativo, ma prima dobbiamo conoscere i danni reali che questi dazi faranno. Lo faremo insieme all'Unione europea. Ma vorrei soffermarmi un secondo sull'Italian Sounding e chiudo. Abbiamo lavorato insieme al Poligrafico dello Stato in questi mesi per avere etichette da apporre sui nostri prodotti non solo con il tricolore ma anche con un codice QR che permettano al consumatore finale di sapere quando tentano di frodarlo. Ma non basta e lo sappiamo, e oggi presenteremo in Consiglio dei Ministri un provvedimento ad hoc, come collegato alla Finanziaria quindi annunciato da mesi, che abbiamo elaborato insieme alle Forze dell'Ordine partendo dai tanti provvedimenti giacenti in questo Parlamento da qualche anno e che portiamo a conclusione. Chiudo su questo. Una certezza: come sempre aiuteremo le nostre imprese a continuare a creare lavoro e ricchezza per la nostra Italia. Mi unisco all'augurio dei nostri imprenditori, che ieri hanno avuto modo di farlo personalmente, e di tutti gli italiani che hanno a cuore la Nazione e che vedono nell'invito a Washington della Presidente Meloni del 17 aprile un motivo di speranza in più per garantire gli interessi italiani ed europei.

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