Comunicati stampa
Question Time del Ministro Lollobrigida alla Camera
(11.06.2025)
Il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, è intervenuto oggi al Question Time alla Camera, rispondendo in merito a chiarimenti sulla bozza del disegno di legge di modifica delle norme concernenti l'attività venatoria; iniziative di competenza volte al contrasto dell'epidemia di peste suina africana e alla tutela della filiera dei prodotti da allevamento; chiarimenti in merito alle iniziative adottate dal Governo a tutela dei prodotti agroalimentari italiani, a fronte del rischio dell'introduzione dei dazi statunitensi; intendimenti del Governo in merito alla tempistica di presentazione del disegno di legge per l'aggiornamento della disciplina concernente la protezione della fauna selvatica omeoterma e il prelievo venatorio, sugli intendimenti del Governo in ordine alla possibilità di rendere strutturale il progetto del Servizio civile agricolo, alla luce dei risultati conseguiti.
Risposta in merito alla bozza del disegno di legge di modifica delle norme concernenti l'attività venatoria
Interrogazione a risposta immediata On. ZANELLA
Signor Presidente, Onorevoli deputati,
preliminarmente, voglio chiarire che le indiscrezioni circolate su alcune testate giornalistiche, a cui l'interrogante allude, non trovano riscontro nel testo finale della proposta legislativa. Ciò lascia presumere che l'obiettivo fosse solo quello di alimentare la polemica politica, basandosi su informazioni non verificate, e di offrire una visione pregiudiziale dell'azione del Governo.
Il Ministero ha agito su precisa indicazione di numerosi consigli comunali, di cinque Consigli regionali, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e, in particolare, sulla base di un atto di indirizzo del Parlamento italiano che, nella scorsa legislatura, ha approvato una relazione che impegnava il Governo in modo esplicito a rivedere il quadro normativo a partire dalla legge n. 157 del 1992. Si tratta dell' "affare assegnato sui danni causati all'agricoltura dall'eccessiva presenza della fauna selvatica" atto n. 337, esaminato dalla Commissione Agricoltura del Senato della Repubblica.
L'atto approvato dagli organi parlamentari competenti senza alcun voto contrario, era composto da 21 indicazioni puntuali, molte delle quali sono state recepite nel testo del disegno di legge.
Per completezza di informazione, sulla base dei medesimi indirizzi, l'allora Ministro Patuanelli diede parere favorevole a 15 dei 21 punti, rimettendosi al parere della Commissione per i restanti 6, che vennero interamente approvati, lo ripeto, senza alcun voto contrario.
Rispetto a un impegno proveniente dal Parlamento, il Governo deve agire in modo consequenziale, ed è per questo che è mia intenzione informare il Consiglio dei Ministri di quanto elaborato e fornire, alle forze politiche tutte, la possibilità di aggiornare la legge 157 del 1992, recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio, così come da loro stesse proposto.
Le ragioni che ci hanno indotto ad accelerare l'elaborazione del disegno di legge sono quelle citate nell'atto approvato al Senato; la diffusione incontrollata della fauna selvatica produce:
* Danni sul piano ecologico e ambientale derivanti da alterazioni ecosistemiche che determinano squilibri tra le specie;
* Rischi sul piano sanitario per la diffusione di epizoozie come la peste suina africana (PSA);
* Danni all'attività agricola derivanti dall'eccessiva presenza della fauna selvatica, soprattutto di ungulati quali i cinghiali, che rende difficile l'esercizio stesso dell'attività agricola;
* Problemi sul piano civilistico e sociale derivante dalle gestione delle azioni risarcitorie verso allevatori e agricoltori danneggiati dalla fauna selvatica;
* Pericolo per la pubblica sicurezza per il verificarsi di incidenti stradali anche mortali.
Entrando nel contesto delle polemiche, e lasciando poi al Parlamento la possibilità di discutere nel merito l'articolato, come ovvio, è utile fugare alcuni dubbi.
Non è vero che sia previsto l'ampliamento delle specie utilizzabili nella pratica venatoria come «richiami vivi». Le specie utilizzabili rimangono quelle ammesse dalla legislazione vigente.
Non è vero che ci siano modifiche nel merito riguardo i «roccoli», o, meglio detti, impianti di cattura, ma si interviene solo sulle competenze dei vari livelli di governo al fine di renderle coerenti con le modifiche intervenute negli assetti istituzionali in seguito alla revisione del Titolo V della Costituzione e all'approvazione della Legge Delrio.
Non è vero che si ammette l'esercizio della caccia nelle aree demaniali marittime, tantomeno in quelle frequentate per finalità ricreative o escursionistiche. Dire che si potrà cacciare in spiaggia è semplicemente una fake news!
Non è vero che si modificano gli orari in cui è possibile svolgere l'attività venatoria. Verranno previsti, al contrario, interventi che anche a fronte dei cambiamenti climatici, rendano più elastica la possibilità di redigere calendari venatori basati su elementi scientifici aggiornati e coerenti che siano rispettosi della gestione del patrimonio faunistico.
Come ovvio il testo non può corrispondere a principi contrari alle norme costituzionali e voglio precisare che sono del tutto ottemperanti ai dettami europei.
Questo testo è frutto di un confronto con il ministero competente. Il nostro modello democratico prevede un interparlamentare e ci sarà in Parlamento il confronto ampio con le associazioni di ogni genere che io non escludo nemmeno come ministero con le associazioni ambientalistiche, animalistiche, venatorie scientifiche e quanti altri coinvolti nella riforma della 157 che noi intendiamo portare avanti.
Risposta sulle iniziative di competenza volte al contrasto dell'epidemia di peste suina africana e alla tutela della filiera dei prodotti da allevamento
Interrogazione a risposta immediata On. BENZONI.
Signor Presidente, Onorevoli deputati,
ringrazio l'interrogante perché mi consente di aggiornare il Parlamento su un tema, particolarmente delicato per la filiera agroalimentare italiana, quello della diffusione della Peste suina africana.
Al momento del suo insediamento il Governo si è trovato di fronte ad una situazione disastrosa che rischiava di peggiorare a causa della diffusione incontrollata del virus.
Dinanzi a questa situazione non ci siamo mossi in ritardo, come però afferma l'interrogante, lo abbiamo fatto con tempestività ed efficacia e i risultati di oggi lo dimostrano.
Con la legge di bilancio 2023, la nostra prima legge di bilancio, abbiamo modificato la legge n. 157 del 1992, prevedendo l'adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, primo vettore della trasmissione, che coinvolgesse per la sua attuazione i Carabinieri del Comando agroforestale, la polizia locale, a dimostrazione di come sia necessario intervenire con azioni di contenimento.
Abbiamo rafforzato questo approccio con il decreto legge agricoltura prevedendo l'utilizzo di un contingente di 177 unità del personale delle Forze Armate per le attività di controllo della fauna selvatica per la prima volta in Italia.
La nomina, nell'agosto 2024, del nuovo Commissario Straordinario per la PSA, Giovanni Filippini, ha dato ulteriore impulso alle attività di contrasto alla diffusione di questa epidemia, grazie alla definizione di una strategia condivisa e concordata con la Commissione.
I risultati sono tangibili e smentiscono oggettivamente le sue parole.
La Commissione UE, nel settembre 2024, ha formalizzato l'eradicazione della PSA nella Regione Sardegna, sancendo la fine di un'emergenza durata 50 anni.
Anche per altre aree del territorio italiano è stata certificata l'evoluzione favorevole della situazione epidemiologica e l'efficacia delle misure di controllo adottate, declassando la restrizione sanitaria per alcuni territori del Piemonte e della Liguria.
Abbiamo avviato la procedura per ottenere il declassamento delle zone di restrizione in Calabria e Campania, dove la situazione epidemiologica è favorevolmente stabile da diversi mesi.
La stabilizzazione della situazione epidemiologica, nonché l'efficacia delle misure attuate in Italia, sono state riconosciute ed accolte favorevolmente non solo dalla Commissione UE ma anche da alcuni importanti Stati importatori dei nostri prodotti suinicoli, come Canada e Stati Uniti, che hanno mantenuto aperti i canali dell'import dei prodotti suinicoli italiani, mentre sono in corso positivi negoziati in Giappone.
Il Governo Meloni non ha mai perso di vista la necessità di accompagnare gli allevatori suinicoli in questa emergenza, garantendo, in particolare, uno specifico sostegno alle imprese che hanno subìto danni diretti ed indiretti a causa dell'emergenza PSA.
Complessivamente il Governo ha già stanziato oltre 70 milioni di euro per l'emergenza PSA:
I contributi erogati dal Ministero dell'agricoltura ammontano a 19,6 milioni di euro a ristoro dei danni indiretti a cui si aggiungono altri10 milioni di euro e 4 milioni di euro di risorse residue già disponibili;
- 3,5 milioni di euro sono stati trasferiti dal Ministero alla struttura commissariale nel 2023;
- 20 milioni di euro per il biennio 2024-2025 per impianti di biosicurezza;
- ulteriori 13 milioni di euro sono stati destinati dal Governo Meloni alla messa in opera di recinzioni o altre strutture
Attualmente stiamo lavorando al Collegato Agricolo, dove intendiamo inserire altri provvedimenti e risorse.
Spero, con questo mio intervento, di aver rassicurato l'onorevole ma soprattutto gli imprenditori del settore.
Risposta sulle iniziative adottate dal Governo a tutela dei prodotti agroalimentari italiani, a fronte del rischio dell'introduzione dei dazi statunitensi
Interrogazione a risposta immediata On. CARAMIELLO.
Signor Presidente, Onorevoli deputati,
l'interrogazione che mi viene rivolta attiene ad una materia, il commercio con l'estero, che, come noto, non è di competenza del mio Ministero e le ricordo che la gran parte della trattativa con gli Stati Unione è delegata all'Unione europea.
Volentieri però porterò il mio contributo parlando dei risultati dell'export nel settore dell'agroalimentare, che dimostrano come, anche in questo periodo di incertezza, l'Italia continui a rafforzare i suoi primati.
L'Italia è il primo produttore di vino al mondo e il primo esportatore in quantità, il primo produttore ed esportatore di pasta di semola, di pelati di pomodoro, il secondo esportatore di olio extravergine di oliva, il secondo esportatore mondiale di formaggi e latticini.
Dopo aver toccato il record di 70 miliardi di export nel settore agroalimentare nel 2024, con un aumento del 7,5% sul 2023, nei primi tre mesi del 2025 l'Italia ha confermato la tendenza positiva con un +5,9% sul valore del primo trimestre del 2024.
Il settore del vino ha registrato un incremento dell'export, giungendo per la prima volta la quota di 8,1 miliardi, con un incremento del 5,5 per cento.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, nel 2024 l'export agroalimentare italiano ha raggiunto il valore di 7,8 miliardi di euro, in crescita del 17% rispetto al 2023.
Il prezzo medio di buona parte dei nostri prodotti sul mercato statunitense è più elevato di quello ottenuto negli altri mercati di sbocco.
Allo stato attuale non si possono fare valutazioni sugli effetti dei potenziali dazi o di quelli parzialmente applicati.
È importante, in primo luogo, considerare che per le eccellenze italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano o aceto balsamico, Pecorino Romano il margine di sostituibilità con prodotti simili di provenienza domestica, o di altri Stati, si può considerare poco rilevante, data la loro "unicità".
Per questo motivo, l'imposizione di dazi su tali prodotti, a detta di molti analisti -cito lo studio di European House Ambrosetti presentato a Sorrento - potrebbe non avere effetti, o, addirittura essere dannosa per il mercato americano. In questi casi, infatti, l'imposizione di un dazio si tradurrebbe in un aumento dei costi per la filiera statunitense e in un possibile aumento del prezzo al consumo interno.
L'importazione da parte degli operatori statunitensi di prodotti italiani di qualità genera valore per le filiere produttive interne agli Stati Uniti quali la ristorazione e la distribuzione intermedia e finale.
Gran parte del valore generato dall'interscambio Italia-Usa di prodotti di eccellenza viene assorbito, infatti, dallo stesso mercato statunitense: nel caso dei formaggi a pasta dura (come Parmigiano Reggiano, Grana Padano e Pecorino Romano), circa il 62% del prezzo pagato dall'acquirente americano viene trattenuto dalla componente Usa della filiera. Questa quota sale al 68% nel caso dell'olio EVO Toscano Igp e addirittura al 78% in quello dell'Aceto balsamico di Modena Igp. Quindi si fanno un danno da soli per semplificare.
Tuttavia come Ministro e come Governo ci stiamo impegnando per garantire un'interlocuzione con gli Stati Uniti perché non riteniamo il mercato statunitense sostituibile in alcuna maniera specie con mercati gestiti da autocrazie istituzionali. Abbiamo avuto da qualche giorno la collega Brooke Rollins Segretario di Stato all'Agricoltura degli Stati Uniti d'America, insieme agli operatori del sistema Italia, alla quale abbiamo illustrato in un lungo bilaterale quelle che erano le condizioni che ho in parte solamente descritto e la necessità di costituire un tavolo di comune raccordo per coadiuvare l'Unione europea in questa trattativa per cercare di aumentare ancora di più il rapporto commerciale indispensabile tra Italia e Stati Uniti.Abbiamo dimostrato in questi mesi in maniera indiscutibile che l'Italia si è offerta di garantire gli interessi dei propri connazionale, dei nostri imprenditori, cercando di evitare la follia di guerre commerciali con una Nazione che noi dobbiamo considerare il nostro alleato principale a prescindere da chi la governa pro tempore.
Risposta sugli intendimenti del Governo in merito alla tempistica di presentazione del disegno di legge per l'aggiornamento della disciplina concernente la protezione della fauna selvatica omeoterma e il prelievo venatorio
Interrogazione a risposta immediata On. BRUZZONE
Grazie collega Bruzzone per essere tornato su questo argomento e richiamo la necessità oggettiva di rivedere la 157 perché c'è un mandato parlamentare a farlo esplicito peraltro assunto sostanzialmente all'unanimità nella legislatura precedente e corroborato da altre iniziative di analogo valore in questa. È necessario affrontare e risolvere definitivamente il problema dello squilibrio nell'ecosistema della fauna selvatica e i danni da essi generati per la sicurezza pubblica. Su base scientifica, su questo è utile riportare alla razionalità il dibattito.
Negli impegni che vengono riportati nella 337, la relazione in Senato, approvata senza alcun voto contrario, si richiama la necessità di rivedere il quadro normativo a partire dalla legge 157 e un buon governo questo lo fa perché Quello che denuncia sempre lo stesso documento è che si possono produrre danni sul piano ecologico e ambientale se non si opera in questo senso, rischi sul piano sanitario, danni all'attività agricola, problemi sul piano civilistico, problemi per la pubblica sicurezza. Cioè i cittadini pagano ogni giorno l'assenza di una normativa adeguata. Sulla base di queste indicazioni, rispettosi della volontà del Parlamento, a differenza di altri governi che ci hanno preceduto e di quali non abbiamo fatto parte, provvederemo a trasmettere alle Camere, dopo un passaggio in Consiglio dei Ministri, una proposta di legge per permettere a tutte le forze politiche di approvare, modificare o respingere il testo, come facoltà ovvia e legittima dell'organo rappresentativo della volontà popolare. E ha ragione, collega, sono 33 anni che si aspetta una modifica in questo senso e sono intervenute molte modifiche istituzionali, addirittura nella norma si danno competenza a istituzioni che non hanno più alcuna possibilità di intervenire sui temi in oggetto. Sono convinto che tutti coloro che sono interessati al tema saranno attenti al lavoro di chi vuole raggiungere questo obiettivo con serietà e sono convinto che almeno le forze di maggioranza troveranno un motivo per condividere un percorso di carattere che in termini generali e per molte enunciazioni da tutti i banchi, anche dell'attuale composizione, erano intervenuti.
Ricordo infatti, lo citavo prima, che fu l'allora ministro ad approvare 15 punti su 21. che venivano proposte dalla Commissione Agricoltura stesse e che indicavano la necessità di cambiare la 157, ma come dicevano altri colleghi precedentemente, torneremo a parlare del tema. Ricordo in ultimo, e su questo voglio essere chiaro perché è una cosa che credo più che corretta, L'attività venatoria in tutta Europa è lecita e come ogni attività legale va certamente regolata, ma allo stesso modo va rispettata come ogni altra attività legale anche da chi non la condivide, anche fossero come prima una collega diceva una minoranza. Le leggi servono a tutelare le minoranze, non le maggioranze.
Risposta sugli intendimenti del Governo in ordine alla possibilità di rendere strutturale il progetto del Servizio civile agricolo, alla luce dei risultati conseguiti
Interrogazione a risposta immediata On. BIGNAMI
Ringrazio la collega La Porta e il gruppo di Fratelli d'Italia, perché torna su un argomento molto importante nel quale si è fatta troppa polemica ed è giusto oggi chiarire i risultati, perché è nostra abitudine come Governo proporre delle iniziative, in questo caso applicare delle iniziative che hanno una storia molto più lunga e metterle in pratica. Non consideriamo quello che viene scritto da questo Parlamento qualcosa che si può eludere ma va applicato.
L'agricoltura, peraltro, è tornata ad essere in questi due anni il traino del nostro Prodotto Interno Lordo con una crescita del 2% rispetto allo 0,7% medio nazionale, con un valore aggiunto in agricoltura di 42,4 miliardi di euro che è il primo valore in tutta l'Unione europea, mettendoci in condizione di aver superato Francia e Germania.
Nonostante tutto questo in Europa desta particolare allarme il problema del ricambio generazionale, come far tornare la passione no, perché la passione ce l'hanno tanti giovani in agricoltura, ma la capacità di riportarli nella condizione di poter operare in quel settore. Prima questione, ovviamente, è il reddito. Reddito che però deriva molto spesso dalle capacità e dalla formazione che gli stessi giovani imprenditori agricoli riescono ad avere ed ottenere attraverso dei periodi che spesso hanno dei costi molto elevati. È su questo che abbiamo investito, quando abbiamo - lo citavo prima - ripreso un testo del 2001, approvato dal Parlamento, che prevede il Servizio Civile in agricoltura. Parliamo dell'Amato II, un Governo del 2001, che aveva previsto il Servizio Civile in agricoltura che però nessuno aveva mai applicato.
Insieme al collega Abodi, che ringrazio, lo scorso anno è stato pubblicato il bando per i primi 1000 giovani.
Sono orgoglioso di annunciare, anche in questa sede, che le domande hanno ampiamente superato le 1400 proposte, e i primi 1000 tra ragazzi e ragazze avranno la possibilità di svolgere questo servizio in 27 programmi, articolati in 97 progetti provenienti dalle associazioni iscritte nell'idoneo Albo di riferimento.
Il Servizio civile agricolo permetterà a questi eccezionali giovani di operare a tutela del settore in svariati ambiti: dalle attività terapeutiche a quelle educative, dall'assistenza a persone con disabilità, alla promozione dei prodotti agricoli fino alla diffusione di corretti stili di vita alimentari, con l'obiettivo di far acquisire ai nostri giovani competenze trasversali e possibilità di futura occupazione, coniugando realtà agricole, dimensione sociale ed educativa.
A differenza di quanto strumentalmente alcuni avevano tentato di sostenere, nessuno di loro sarà impegnato in lavori sottopagati, trattandosi di attività finalizzate alla maturazione di competenze, alla formazione e alla tutela dei prodotti.
I ragazzi riceveranno un rimborso - lei lo ricordava - di 519 euro, identici a quelli che ricevono tutti quelli che operano negli altri comparti del Servizio civile, compresi i sindacati, le associazioni e i Comuni.
Il riconoscimento principale che ritengo particolarmente premiante di questo impegno per loro sarà - e noi consideriamo questo impegno strategico per l'economia italiana - dalla riserva del 15 per cento nei concorsi pubblici ai quali avranno diritto i ragazzi che svolgeranno il Servizio Civile.
Anche in questo caso, alle sterili polemiche, agli insulti e alla propaganda stiamo rispondendo guardando alle esigenze strutturali della Nazione e attraverso l'investimento sulle giovani generazioni - permettetemelo - siamo seminando la nuova Italia.