Comunicati stampa
Question Time del Ministro Lollobrigida al Senato
(22.05.2025)
Il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, è intervenuto oggi al Question Time al Senato, rispondendo a quesiti sulle prospettive di riduzione della pressione fiscale sull'agricoltura, sullo sviluppo delle imprese agricole innovative e sulla promozione del settore vitivinicolo.
Question time sulle prospettive di riduzione della pressione fiscale sull'agricoltura
Signor Presidente, onorevoli Senatori,sin dal suo insediamento il Governo Meloni si è impegnato per riportare il settore agricolo al centro del sistema economico italiano. I risultati di questi sforzi sono ora sotto gli occhi di tutti. I dati dimostrano che il sistema agroalimentare italiano si è enormemente rafforzato.
L'Italia ha superato Francia e Germania per valore aggiunto agricolo, toccando quota 42,4 miliardi di euro, l'export agroalimentare ha toccato il record di 70 miliardi nel 2024, mentre l'indicatore di reddito agricolo è salito del 12,5 % solo nell'ultimo anno. Il PIL agricolo nel 2024 è cresciuto del 2% in volume secondo ISTAT, a fronte di una crescita del PIL nazionale di 0,7% in misura superiore a Francia e Germania.
Sono numeri che non si possono smentire e che marcano una differenza tra l'Italia e gli altri Stati europei in positivo.
Abbiamo ottenuto questi risultati grazie a interventi mirati e a un corposo investimento in favore del settore primario, per oltre 11 miliardi di euro in due anni.
Siamo intervenuti anche sul regime fiscale dei redditi agrari, con approccio pragmatico e non propagandistico. Per questo abbiamo confermato per il biennio 2024-2025 l'esenzione IRPEF per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali, ma abbiamo anche rimodulato questa misura per renderla più giusta ed equilibrata, attraverso due fasce di esenzione.
I benefici fiscali sono ora indirizzati alle imprese che hanno realmente bisogno di maggior risorse e non vanno a favorire, come era in passato, quelle poche aziende per le quali tale agevolazione risultava un mero privilegio.
Abbiamo introdotto anche altre innovazioni in materia fiscale, estendendo la tassazione agevolata del reddito agrario anche ai più moderni metodi produttivi, come il vertical farming o le colture idroponiche, nonché alle attività ecosostenibili come la cessione dei crediti di carbonio da parte di un'impresa agricola.
Voglio, poi, ricordare una scelta fondamentale assunta dal Governo: a differenza di quanto avvenuto in altri Stati europei abbiamo difeso e mantenuto l'agevolazione del gasolio agricolo, che consente ai nostri agricoltori un risparmio effettivo di 1 miliardo di euro annui.
Il gasolio agricolo è escluso anche da ogni tipo di aumento dell'accisa.
Per quanto attiene all'altro argomento sollevato dal quesito posto dagli interroganti, devo ribadire ancora una volta che i contratti di filiera agroalimentare presentati a valere sul V bando ed i contratti della pesca e acquacoltura non sono affatto bloccati, tanto meno dai ricorsi presentati dalle imprese in graduatoria.
Voglio, però, fare una precisazione: se ci fossimo limitati ad utilizzare le sole risorse poste a disposizione dal Piano Nazionale Complementare avremmo avuto la possibilità di finanziare soltanto 40 programmi per un totale di circa 600 imprese.
E' per questa ragione che abbiamo ritenuto necessario, in assoluta trasparenza e parità di condizioni, concedere alle migliaia di imprese collocate in graduatoria, e che non sarebbero state finanziate per assenza di risorse, la possibilità, non l'obbligo ovviamente, di accedere ai fondi del PNRR.
Sapevamo che questo avrebbe comportato la necessità di adeguare le progettazioni definitive alle condizionalità previste dalla Commissione europea. Proprio quelle condizionalità che proprio voi avete approvato nel 2021.
Lo abbiamo fatto perché eravamo fiduciosi che le imprese italiane sarebbero state in grado di adeguarsi alle regole del PNRR. Che ancora una volta avrebbero dimostrato la loro resilienza e capacità di adattamento.
Senatore Renzi, purtroppo per lei, ci abbiamo visto giusto!
Nonostante i gufi la misura sta funzionando e la informo che Nonostante il vostro tifo contrario perché la misura fallisse, devo informarvi che, alla data del 7 aprile 2025, per 83 programmi è stata presentata la progettazione definitiva.
Stiamo parlando di ulteriori 1.600 imprese che, nonostante i vostri auspici negativi, hanno ritenuto possibile adeguare le loro progettazioni, fermo restando ovviamente le valutazioni di merito, che saranno svolte dagli uffici competenti.
Sono queste le risposte che a noi interessa dare.
Comprendiamo che voi facciate il tifo per il fallimento delle nostre iniziative anche contro l'interesse del comparto agricolo ma andiamo avanti per la nostra strada e fortunatamente per noi e per le imprese agricole i risultati ci danno ragione.
Non vogliamo tornare nel 2016 e non ci vogliono tornare neanche gli italiani.
Question time sullo sviluppo delle imprese agricole innovative
Grazie, Presidente. Grazie, onorevole Bergesio, per aver posto un tema che mi permette di rispondere su due aspetti che riguardano l'agricoltura, con particolare rilevanza per l'innovazione e il ricambio generazionale.
I due temi sono strettamente legati tra loro: i dati dimostrano, infatti, che i giovani agricoltori sono più istruiti e più propensi agli investimenti in innovazione (33% contro il 14%), con conseguente ampliamento della superficie aziendale media, pari al doppio rispetto a quella dei colleghi più anziani (19 ettari contro 11 ettari).
Il Governo Meloni ha colto sin da subito la centralità e le potenzialità dei più giovani per favorire la modernizzazione del sistema primario, con una serie di misure volte ad incentivare il loro ingresso nel settore e arginare il processo di abbandono delle aree rurali.
Come citato dall'interrogante, le imprese agricole condotte dai giovani sono una percentuale limitata, ma a loro si deve la creazione del 15% del valore economico complessivo dell'agricoltura della nostra Nazione. Per questo motivo, il modello agricolo futuro è strettamente legato alle nuove generazioni.
Questo percorso di sviluppo è stato oggetto di ampio confronto nel corso del G7 Agricoltura e - devo dire - per la prima volta, G7 dei giovani dell'agricoltura, per ascoltare il loro parere, le loro problematiche e anche le loro soluzioni.
I giovani sono ora al centro del documento di una visione unitaria europea proposta dal Commissario Hansen, che, durante la manifestazione "Agricoltura È", ha avuto modo di rendicontarla, e in quella visione c'è molto proposto dal Sistema Italia.
Questo documento recepisce gran parte delle istanze della nostra Nazione e segna un reale cambio di passo dell'azione comunitaria, che, tra gli obiettivi prioritari, prevede il ritorno dei giovani all'attività agricola, l'innovazione tecnologica e il superamento della precedente ideologia ambientalista che ha vincolato le nostre aziende agricole.
Il Governo Meloni ha stanziato specifiche risorse nazionali rivolte ai giovani agricoltori:
* "Generazione terra" di ISMEA, con 80 milioni di euro per il bando 2024;
* "Più Impresa", con una disponibilità di 60 milioni di euro nell'ultimo anno;
* il Fondo Innovazione ISMEA per l'acquisto di macchine agricole di ultima generazione, che ha previsto per il 2024 risorse pari a 180 milioni di euro;
* il bando ISI INAIL, che passa da 30 a 90 milioni di euro anche per la sicurezza sul lavoro.
Ulteriori opportunità per i giovani nel settore primario sono state previste anche dalla legge sull'imprenditoria giovanile in agricoltura, promossa dall'on. Carloni e approvata dal Parlamento lo scorso anno.
Il MASAF ha dato subito seguito alle disposizioni previste nella norma, costituendo l'Osservatorio nazionale per l'imprenditoria e il lavoro giovanile nell'agricoltura.
Il nostro lavoro di sostegno alle nuove generazioni sta proseguendo con la definizione di un ulteriore pacchetto di misure all'interno del disegno di legge collegato alla legge di bilancio, sulla quale lavoreremo ovviamente come Governo, ma auspichiamo che il Parlamento, come al solito, migliori il provvedimento.
Proprio qualche giorno fa, abbiamo sottoscritto, insieme al CREA, il nostro principale centro di ricerca, un accordo funzionale di collaborazione con RE.N.IS.A., la Rete degli Istituti Agrari, degli straordinari luoghi in cui si formano, grazie al supporto di straordinari docenti, gli agricoltori del futuro.
Continueremo a mettere in campo azioni per garantire reddito agli agricoltori, che è il vero modo per attrarre giovani a questo tipo di attività e mettere in condizione chi già ha una passione per l'agricoltura di potersi realizzare, avendo il giusto reddito per sé e per la propria famiglia.
Question time sulla promozione del settore vitivinicolo
Signor Presidente, onorevoli Senatori,
ringrazio il Senatore De Carlo che mi dà la possibilità di parlare di un settore cardine dell'agroalimentare italiano.
Ancora una volta, voglio partire dai dati, perché i numeri non temono smentita.
Per il settore del vino, il 2024 è stato un anno da ricordare in positivo: l'export del vino italiano ha toccato un nuovo record, superando gli 8 miliardi di euro, con una crescita del 5,5% rispetto all'anno precedente.
Solo negli Stati Uniti nel 2024, le esportazioni hanno raggiunto un valore di circa 1,9 miliardi di euro.
È un risultato straordinario che ci rende orgogliosi e che si unisce ai dati già ricordati sull'intero sistema agroalimentare italiano: aumento del valore aggiunto agricolo giunto ad una quota di 42,4 miliardi, indicatore di reddito agricolo salito al 12,5%, PIL agricolo cresciuto del 2% a fronte di una crescita del PIL nazionale del 0,7%.
Il 2025 si è aperto con nuove sfide.
Viviamo un momento complesso: le tensioni geopolitiche, l'incertezza sui dazi e un clima crescente di demonizzazione del vino, rischiano di compromettere non solo i numeri del comparto, ma la dignità stessa di un prodotto che rappresenta la nostra storia.
Di fronte a questo scenario, il Governo Meloni ha agito con tempestività e visione partendo dall'ascolto e dal confronto con le associazioni di categoria e con le migliaia di imprese del settore che investono, esportano e promuovono il nostro vino nel mondo.
Durante il Vinitaly dello scorso aprile, per la prima volta, siamo riusciti a coinvolgere direttamente il Commissario europeo per l'Agricoltura e l'Alimentazione, Christophe Hansen ed il Commissario europeo per la salute e la politica dei consumatori, Olivér Várhelyi.
E' stato risultato un importante che fisicamente ha dimostrato come la nostra lettura del vino non fosse così compromettente per la commissione europea.
Entrambi i Commissari ci hanno garantito il loro impegno nel sostenere il settore vitivinicolo. Tale impegno è stato mantenuto. Sono state recepite gran parte delle proposte del Governo italiano all'interno del c.d. "pacchetto vino" che dovrebbe essere approvato entro l'autunno.
Il Commissario europeo Várhelyi ha condiviso la nostra battaglia contro la criminalizzazione del vino sottolineando come esso può far parte di una alimentazione equilibrata e se viene consumato con moderazione, all'interno di uno stile di vita sano, che non ostacola la longevità.
Demonizzare il vino significa colpire l'Italia, le sue tradizioni, la sua identità, oltre che un asset del suo sistema economico.
La vicinanza del Governo Meloni alle imprese prosegue con azioni concrete.
La scorsa settimana il Ministero ha pubblicato il nuovo bando per la promozione dei vini sui mercati dei Paesi terzi, con una dotazione di 98 milioni di euro di cui oltre 22 milioni per il bando nazionale ed i restanti destinati ai bandi regionali e multiregionali.
Il nuovo avviso introduce importanti novità. Per la prima volta, tutto il procedimento — dalla configurazione della campagna alla valutazione dei progetti — sarà gestito tramite una piattaforma digitale, semplificando l'accesso per gli operatori. È stato inoltre introdotto un tariffario per cinque mercati strategici (Stati Uniti, Cina, Canada, Svizzera e Regno Unito), eliminando l'obbligo di presentazione di tre preventivi da fornitori esteri.
Sono state previste nuove regole di flessibilità operativa che permetteranno di adattare le attività promozionali alle specifiche di ogni mercato, anche in presenza di monopoli di Stato, riducendo gli oneri burocratici e rispondendo meglio alle esigenze del settore vitivinicolo è probabilmente la strada più idonea.
Siamo orgogliosi che l'intera filiera vitivinicola e tutte le associazioni di settore abbiano voluto riconoscere pubblicamente la qualità e l'efficacia nel metodo e nei contenuti del lavoro del nostro Ministero, esprimendo il proprio apprezzamento per l'attenzione dimostrata nel rispondere alle esigenze concrete delle aziende che testimoniano un impegno tangibile da parte delle istituzioni a supporto della competitività internazionale del vino italiano.
È un riconoscimento che ci deve stimolare a fare ancora meglio.